Scavi archeologici di Punta Zambrone

Zambrone, con le sue spiagge bianche e il mare cristallino, è una perla del turismo costiero italiano, rinomata tra gli appassionati di snorkeling per i suoi affascinanti fondali marini.

Tuttavia, c'è molto più da scoprire oltre alle sue meraviglie naturali. Punta Zambrone, con il suo panorama selvaggio e incontaminato, cela un patrimonio storico di inestimabile valore, emerso grazie a una serie di scavi archeologici avvenuti tra il 2011 e il 2012.

Queste ricerche hanno rivelato segreti antichi che gettano nuova luce sulla storia più remota d'Italia, facendo di questo luogo un punto di interesse non solo per i turisti, ma anche per gli studiosi di archeologia.

Le Campagne di Scavo

Il progetto di scavo a Punta Zambrone è iniziato nel 2011, coinvolgendo un team internazionale di archeologi. Tra i principali studiosi c'erano Marco Pacciarelli dell'Università di Napoli Federico II e Reinhard Jung dell'Università di Salisburgo. Questo studio ha seguito ricerche precedenti condotte negli anni '90, aprendo la strada a nuove scoperte e approfondimenti. L'obiettivo era ricostruire i legami tra le civiltà dell'età del Bronzo, in particolare tra il mondo miceneo e minoico, e gli antichi abitanti della Calabria.

Le Scoperte Archeologiche

Durante le campagne di scavo, sono emerse prove di un insediamento dell'età del Bronzo risalente tra il XVII e il XII secolo a.C. Questo sito mostrava chiari segni di contatti con il Mediterraneo orientale, come testimoniato dai frammenti di ceramica micenea trovati. Inoltre, nel 1994, era stata già accertata la presenza di un fossato difensivo scavato nella roccia. Negli anni 2000, le indagini si concentrarono sul periodo del XIII e XII secolo a.C., corrispondente al crollo del regno miceneo, rivelando un quadro dettagliato delle interazioni culturali e commerciali dell'epoca.

La Statuetta d'Avorio

Tra i reperti più straordinari trovati a Punta Zambrone c'è una statuetta d'avorio, unica nel suo genere. Questa piccola scultura si è rivelata essere la più antica rappresentazione naturalistica della figura umana trovata in Italia. Realizzata in avorio di elefante, probabilmente proveniente dall'Asia o dall'Africa, la statuetta raffigura un uomo in piedi con la gamba destra leggermente avanzata e le mani sui fianchi. Nonostante la mancanza di testa, braccia e piedi, essa rappresenta un esempio eccezionale dell'arte minoica, risalente ai Secondi Palazzi (XVII-XV secolo a.C.).

Un Patrimonio da Scoprire

La statuetta e altri reperti, inizialmente esposti al Museo archeologico di Vibo Valentia, sono ora conservati a Reggio Calabria. Queste scoperte non solo arricchiscono la nostra conoscenza delle antiche civiltà mediterranee, ma fanno di Punta Zambrone una meta imperdibile per gli appassionati di storia e archeologia.

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Fonte Immagine: Mario Penner, CC BY 3.0 https://creativecommons.org/licenses/by/3.0, via Wikimedia Commons

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